DNA BOVINO
2002
La completa e certa rintracciabilità di filiera della carne bovina rappresenta lo strumento indispensabile per garantire un mercato sicuro e trasparente.
Il progetto finanziato da Unioncamere Piemonte e realizzato dal Laboratorio Chimico Camera commercio Torino(in collaborazione con Associazione Provinciale Allevatori di Torino e Federconsumatori Piemonte) ha avuto come obiettivo quello di fornire uno strumento sicuro, rapido e trasparente di rintracciabilità della carne, a disposizione di tutti gli operatori della filiera e basato sull´identificazione spinta al singolo individuo mediante l´analisi del DNA, sfruttando una tecnica oramai consolidata ed utilizzata in svariati settori (albo genealogico, polizia scientifica, accertamento di paternità, ecc...).
Tutti coloro che sono coinvolti, a qualsiasi titolo, nella filiera della carne bovina possono essere considerati soggetti interessati:
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•allevatori (la tracciabilità genetica dei capi consente l´identificazione certa degli eventuali campioni destinati ad accertamenti sanitari, escludendo la possibilità di scambi accidentali dei reperti e l´identificazione dei capi acquistati);
•commercianti e intermediari (il servizio fornisce lo strumento sicuro per evitare lo scambio di capi e di carcasse);
•macellai (la tracciabilità genetica consente, anche in questo caso, di accertare la corrispondenza dei tagli anatomici con i capi acquistati e di fidelizzare i propri clienti, offrendo agli stessi la possibilità di verificare la veridicità della documentazione esposta);
•consumatori (avrebbero a disposizione uno strumento sicuro e di facile comprensione per verificare l´attendibilità dei dati esposti nel punto vendita);
•associazioni o consorzi di produttori (per verificare e validare le procedure di rintracciabilità).
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Nel progetto era prevista la costituzione di una banca nella quale conservare i campioni di materiale biologico ( un ciuffo di peli) prelevati dai bovini vivi nei rispettivi allevamenti, identificati con i numeri di matricola assegnati a ciascun animale, che rappresentano il codice di identificazione univoco, valido in tutta Europa.
Prelevando un campione di carne da un banco di vendita o in qualsiasi punto della filiera, è possibile sottoporlo all´analisi del DNA, effettuando la medesima determinazione sul campione di materiale biologico che è archiviato presso la banca: il confronto tra i due esiti permette di stabilire se la carne proviene dallo stesso individuo dal quale deriva il campione biologico presente nella banca.
Il materiale biologico archiviato nella banca, per semplicità di prelievo e, soprattutto, di conservazione, può essere un ciuffo di peli, dal cui bulbo è possibile eseguire l´analisi, prelevato con la sua radice direttamente dall´animale.
Ogni individuo ha un suo codice genetico presente in tutte le sue cellule, quindi un animale macellato e ridotto nei vari tagli commerciali è ancora identificabile a patto, ovviamente, che esista a monte una banca dati completa, in cui sia presente il campione di confronto prelevato su quel soggetto quando questo era in vita e, come tale, identificato senza errore dal suo numero di matricola. E´ così che da una semplice fettina di coscia è possibile risalire all´animale da cui questa è stata ottenuta e, addirittura, dal prelievo fatto su uno spezzatino servito cotto nel piatto di una mensa si può accertare se il vitello da cui deriva è davvero quello dichiarato.
Il progetto di Unioncamere Piemonte ha portato adi analizzare entro il 2002 oltre 6.000 capi di bestiame, provenienti da 22 allevamenti selezionati dall´APA - Associazione Provinciale Allevatori. Al momento sono 10 i punti vendita coinvolti nella sperimentazione. Questi negozi hanno esposto un attestato che certificava l´adesione al programma di tracciabilità della carne bovina: un riconoscimento orientato ad un rapporto di fiducia e trasparenza con la clientela.