Progetto Genepì

Il Genepi' è una pianta officinale diffusa in tutto l’arco alpino al di sopra dei 2000 metri. Allo stato naturale esistono diverse specie, tutte appartenenti al genere Artemisia, della famiglia delle Compositae, tra cui Artemisia glacialis che cresce tra i 2200-2900 metri, Artemisia genepì o spicata che si trova ad un livello altimetrico decisamente più elevato ed Artemisia mutellina o umbrelliformis importante dal punto di vista produttivo.
L’utilizzo principale è per l’industria liquoristica; proprio la crescente richiesta da parte di tale comparto nonchè le difficoltà e i limiti legislativi di raccolta delle piante spontanee, hanno determinato la necessità di realizzare delle vere e proprie coltivazioni, creando così un’occasione di diversificazione produttiva per le aziende agricole montane

Tipologia progetto 

Progetto di sperimentazione, iniziato nell’anno 2003, incluso nel Programma di divulgazione agricola del Servizio Agricoltura della Provincia di Torino (Legge Regionale 63/78).
A partire dall’anno 2006, il Progetto Genepì è integrato ad un progetto di Ricerca agraria finanziato dalla Regione Piemonte dal titolo “Genepì. Sviluppo innovativo dei processi produttivi e di trasformazione del genepì del Piemonte” che prevede la partecipazione dell’Università degli Studi di Torino con i Dipartimenti AGROSELVITER, DIVAPRA – Patologia vegetale e Scienza e Tecnologia del farmaco, l’Associazione Genepì Occitan, il Laboratorio chimico della Camera di Commercio Torino e la collaborazione delle Amministrazioni Provinciali di Torino e di Cuneo e del Settore Fitosanitario regionale
Il Laboratorio Chimico effettuerà l'analisi chimica dei liquori prodotti in condizioni omogenee con la definizione del profilo aromatico attraverso analisi chimica che ricerchi molecole marker relative al contenuto di oli essenziali nel liquore, sotto l'aspetto qualitativo e quantitativo.

Soggetto promotore 

Il progetto è stato proposto dall’Associazione per la valorizzazione e la tutela del Genepì delle Valli Occitane Piemontesi. 

Partner coinvolti 

Servizio Agricoltura delle Province di Torino e di Cuneo hanno condotto contemporaneamente attività di sperimentazione nei rispettivi territori.

Sintesi descrittiva 

Obiettivi
Il progetto si proponeva di introdurre in coltivazione il genepì, indicando tecniche razionali e sostenibili ed indagando le principali problematiche di questa coltura senza l’impiego di prodotti chimici di sintesi. Diffondere la coltivazione di questa pianta officinale per diversificare la produzione agricola delle aree montane ha come effetto diretto la diminuzione della pressione esercitata dalle raccolte spontanee
Areale di svolgimento
Aree montane, ad altitudini superiori a 1500 mt.
Destinatari
Nel contempo sia coltivatori delle aree montane sia liquoristi interessati al ritiro di una materia prima locale e di qualità.
Modalità di progettazione
Allestimento di vari campi prova , finalizzati al confronto varietale e alla dimostrazione delle migliori tecniche di gestione agronomica. Nei tre anni di prova, i campi allestiti in territorio provinciale sono stati una trentina, dislocati nella Val Cenischia, Alta Valle di Susa, Val Pellice e Val Chisone e Germanasca. A partire dall’anno 2007, campi prova sono presenti anche in Val Soana.
Fase attuale del progetto - Situazione anno 2007:
- su 6 campi prova è stato effettuato il trapianto primaverile di piantine “ecotipo Val Chisone”;
- a settembre, su 5 campi è previsto il trapianto autunnale di piantine “ecotipo Val Soana”.
 

Risultati conseguiti 

Le indicazioni tecniche ottenute negli anni di prova devono ancora ritenersi provvisorie e da riconfermare con le prossime sperimentazioni.
Dalle osservazioni effettuate sembra comunque essere confermata la necessità di frequenti irrigazioni in fase di trapianto, soprattutto se questo avviene in epoca primaverile (maggio-giugno), cosiderate le annate siccitose degli anni precedenti che rendono difficile l’attecchimento. Per questo motivo, la scelta del trapianto autunnale (settembre) sembra dare maggiore affidabilità. È confermata l’utilità della pacciamatura con film plastico bicolore, poiché la piantina oppone una debole concorrenza alle erbe infestanti.
È importante valutare bene la scelta dei siti di coltivazione, l’esposizione, le esigenze pedoclimatiche della coltura e, non in ultimo, le tecniche idonee per il contenimento dei selvatici e delle mandrie.